Installazione.
Titolo: Thòlos
Autore: Marta Fontana
Anno: 2012
Mattoni in terra cruda e paglia costruiti in collaborazione con Progetto Barega (iniziativa open source per la condivisione dei saperi in bioedilizia), carte geografiche destinate al macero e recuperate presso l’Istituto Comprensivo di Carloforte, filo da rilegatoria, vecchie mollette per tendaggi.
L'installazione è esposta sino al 30 giugno 2013 presso il Centro di Comunicazione e Promozione del Patrimonio Culturale G. Lilliu, all'interno della mostra “Daidàleia. La memoria nell’arte”, in occasione del 15° anniversario della nomina Unesco del sito a Patrimonio dell’Umanità.
La mostra d’arte contemporanea è a cura di Margherita Coppola con il sostegno di Fondazione Barumini Sistema Cultura e Comune di Barumini.
Daidàleia
La memoria nell’arte
A Giovanni Lilliu
All’origine è il mito. Dedalo incarna nella mitologia greca la figura dell'artefice per antonomasia. Gli si attribuiscono una serie di mirabili creazioni, come indica lo stesso termine daìdalos, ovvero «artisticamente lavorato», così che sulla base di questa semplice evidenza linguistica si è operata la trasfigurazione mitologica dell’eroe-artista.
Il punto di maggiore interesse presente nel racconto tradizionale che collega Dedalo alla Sardegna è senza dubbio offerto dalla menzione di costruzioni che l'insigne artefice avrebbe realizzato nell'isola e che, secondo il suo nome, sarebbero state denominate daidàleia.
Scrive a proposito Giovanni Lilliu: “Gli Achei mostrano un grande dinamismo in direzione del Mediterraneo occidentale sino in Sicilia, oltre che verso le isole dell’Egeo e dell’Asia minore. Una eco di tali movimenti di popoli è nella leggenda di Dedalo, costruttore in Sardegna di daidàleia (cioè di da-da-reio, l’anàctoron, il santurio identificabile col nuraghe), dopo che vi ebbe rifugio, fuggito da Camico di Sicilia”[1].
Queste le ragioni del titolo della mostra, che trae dalla mitografia grecail fil-rouge di percorsi possibili, talvolta labirintici, fra passato e presente, dal monumento nuragico all’espressività artistica contemporanea.
Il nuraghe e la civiltà ad esso connessa, è ciò che, al pari degli storiografi antichi, colpisce noi contemporanei, a tal punto da dichiarare, nel 1997, lo straordinario complesso archeologico del “Su Nuraxi” di Barumini
Patrimonio dell’Umanità, ossia capolavoro del genio creativo universale.
Oggi, si chiede agli artisti coinvolti: Marta Fontana, Andrea Forges Davanzati, Nilla Idili, Caterina Lai, Monica Lugas, Antonello Ottonello, Gianfranco Pintus e Rosanna Rossi, di suscitare attenzioni creative su questo celebre monumento, messo in luce negli anni ’50 del Novecento dal Professor Giovanni Lilliu, a cui si desidera dedicare un omaggio attraverso la coralità degli interventi artistici ispirati dal luogo e dagli elementi primordiali della creazione e della creatività.
Una prospettiva inedita del sito, che fornisce nuovi elementi di fruizione e contribuisce ai processi di arricchimento culturale e funzionale dell’area, finora connotata dal principale e indiscusso richiamo archeologico.
Margherita Coppola
[1] G. Lilliu, La civiltà dei Sardi dal Paleolitico all’età dei nuraghi, Torino 1988, p. 397.
Altri Link
La Nuova Sardegna - articolo di Francesco Nardini
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Di terra e paglia sono le pietre della mia Thòlos
sporgendomi nel vuoto ho fabbricato cielo.
Infiniti maestri mi insegnano
l’itinerario fisico politico di un gesto.
Marta Fontana |